mercoledì 27 aprile 2016

cap. 2 - PUBBLICAZIONI, ARTICOLI, SOSTANTIVI

Abbiamo visto che la dr.ssa Tinelli presenta sé stessa come una ricercatrice. Questa vocazione viene ribadita nello statuto del CeSAP, il Centro Studi da lei creato, a cui attribuisce lo scopodi porsi come osservatorio permanente per lo studio e la divulgazione” ecc. Sempre sul sito del CeSAP si legge inoltre l’impegnativo proposito di dare “informazioni continuamente aggiornate” a un ancor più impegnativo elenco di soggetti a cui queste “informazioni continuamente aggiornate” sono indirizzate, ossia a:
  1. psicologi, 
  2. sociologi, 
  3. assistenti sociali, 
  4. forze dell’ordine, 
  5. educatori, 
  6. insegnanti, 
  7. avvocati, 
  8. magistrati, 
  9. medici, 
  10. pedagogisti, 
  11. operatori psicosociali, 
  12. a vittime di abusi 
  13. a quanti, familiari, parenti, reti amicali, vivono [...]

Per chi opera come psicologo professionista, proporsi come riferimento per le vittime di abusi psicologici è naturale. Ciò che invece suscita perplessità è la presenza nella lista di categorie come gli avvocati, i magistrati, i medici ecc. Sorge il sospetto di una propensione alla presunzione. Insomma, a raccontarle grosse. Tanta sicurezza nei propri mezzi ha pure un secondo effetto: crea delle aspettative in merito alle pubblicazioni che andremo ora a esaminare.

Prima di esaminare i lavori vantati dalla dr.ssa Tinelli nel suo curriculum di studiosa, è bene ricordare che in ambito scientifico esistono delle regole che stabiliscono come pubblicare ricerche, studi, interventi, ecc. e come riferirsi ad essi. Non deve sorprendere. Se anche il gioco del rimbalzello si è dato delle norme, a maggior ragione è necessaria una regolamentazione nel ben più rilevante mondo della ricerca scientifica, il quale deve evitare di ridursi a un babelico vociare di Maghi Oronzi. Per questo i riferimenti a una pubblicazione devono riportare con chiarezza tutti quei dettagli che permettano agli altri studiosi del settore di rintracciare agevolmente il testo. La violazione di questa norma elementare, comporta la perdita di credibilità per l’autore e per i suoi lavori.

Un altro criterio riguarda l’autorevolezza della rivista su cui si pubblica, che deve essere scientifica. In un mondo dove anche gli articoli delle riviste più prestigiose vengono passati al microscopio, è intuitivo che quanto pubblicato su riviste non scientifiche non venga considerato (e vantare un articolo apparso sul Gazzettino di Rovigo susciterebbe ilarità). In pratica, scrivere uno studio e appenderlo al muro della camera da letto non vale.

Infine, gli articoli divulgativi o i testi di convegni e conferenze, pure questi divulgativi per loro natura, non valgono. Umberto Eco scrive su l’Espresso articoli interessanti, ma non sono lavori scientifici.

Veniamo quindi agli “studi” che la ricercatrice Tinelli elenca nel suo sito-curriculum www.loritatinelli.it e che le consentono di porsi l’ambizioso obbiettivo di essere un riferimento per avvocati, magistrati, sociologi, educatori e il resto della compagnia, oltre che per i suoi colleghi psicologi. Capisco che affrontare la mole di studi, ricerche, articoli e interviste (sono elencate pure quelle) che l’operosa psicologa deve aver prodotto in questi dieci anni può destare preoccupazione, ma sgombro subito il campo da ogni timore: in elenco ci sono appena 17 voci. Pochi ma buoni, viene da pensare, la dr.ssa Tinelli avrà indicato solo i lavori più rilevanti. Sarebbe logico, ma nel caso in questione sarebbe soprattutto sbagliato, per cui rimandiamo le valutazioni a dopo che avremo esaminato il materiale.

Apriamo la pagina "Articoli" dove troviamo la voce di menù "Sette e nuovi Culti". Questa sezione, si legge sul sito, "comprende articoli tratti da studi su alcuni gruppi".

La pagina "Sette e nuovi Culti".
Il primo articolo della lista è “LE SETTE E LA FAMIGLIA” (qui). Partiamo decisamente male: c’è solo il titolo senza alcuna indicazione riguardante la pubblicazione. Poco sopra abbiamo visto che i riferimenti bibliografici non sono un optional da accogliere con gratitudine, ma un elemento indispensabile (altrimenti qualcuno potrebbe cadere nella tentazione di spacciare la tesi di laurea e perfino una “tesina” per degli studi pubblicati da due università). Quanto l’indicazione bibliografica sia importante, lo si capisce anche dal fatto che deve attenersi a precise regole dettate dalle categorie di riferimento. Uno psicologo dovrà quindi seguire le convenzioni stabilite dall’APA, l’American Psychological Association, che esigono questa struttura:
[autore] (aperta tonda)[data pubblicazione](chiusa tonda)(punto) [titolo/volume](punto) [luogo edizione](due punti) [editore](punto) ecc.
Non è tutto. Nelle indicazioni dell’APA, le regole variano a seconda che si stia citando nel testo oppure in bibliografia, che si citi un articolo oppure una tesi di laurea ecc. Sono cose basilari e per conoscerle è sufficiente leggere il divertente manuale per studenti “Come si fa una tesi di laurea” di Umberto Eco.

Tornando all’ipotetico “studio” “LE SETTE E LA FAMIGLIA”, la mancanza dei riferimenti di pubblicazione toglie credibilità all’intero curriculum. Noi però non siamo tignosi come i ricercatori (veri) e non ci formalizziamo. Anche perché in precedenza ne abbiamo viste di peggio. Non ci formalizziamo ma faremo bene a essere guardinghi, perché la ricercatrice, che nel suo sito trascrive perfino il testo di una banale e breve intervista rilasciata allo sconosciuto “Noci-Gazzettino, Mensile di vita cittadina” (aggiornamento 2016: ora questa intervista non compare più nel curriculum, ma viene riportata nel suo blog), di questa intervista riporta i riferimenti, mentre sul ben più importante (all’apparenza) “LE SETTE E LA FAMIGLIA” stende un alone di mistero. Una reticenza che - apparentemente - non ha senso.

Fortunatamente la magia dei motori di ricerca ci viene in aiuto e il mistero viene svelato. Non senza stupore scopriamo infatti che questo contributo al progresso scientifico è stato - per così dire - pubblicato, ma non su una qualche rivista scientifica, bensì sul sito del CeSAP. Non male, il prodotto capofila dei suoi studi la ricercatrice Tinelli se lo pubblica lei sul suo sito e poi lo elenca nel suo curriculum. Ingegnosa. Ma a questo punto sarebbe stato meglio il Gazzettino di Rovigo, o persino “Noci-Gazzettino” (che, lo vedremo tra poco, non si chiama neppure così). Sarebbe come se chi scrive vantasse nel proprio curriculum di avere pubblicato “Il metodo Mike Bongiorno”, che è il prossimo capitolo di questo blog, spacciandolo per uno “studio”.

Il secondo lavoro è “ABUSO PSICOLOGICO E CONTROLLO MENTALE”. Anche se approssimativi, qui i riferimenti bibliografici ci sono: Leadership Medica, n° 6, 2000. Come rivista scientifica non è un granché (non è un’opinione di chi scrive: vedi qui o qui), ma almeno l’articolo è stato pubblicato davvero. Forse perché resterà l’unico a finire sulla carta, e si sa che i figli unici godono di particolare riguardo, per sicurezza la dr.ssa Tinelli lo elenca due volte: sia tra le “Pubblicazioni” che tra gli “Articoli” (1).

EFFETTI DELL'ADESIONE AI TESTIMONI DI GEOVA SUI MINORI” (qui). Ci risiamo, ma dovremo farci l’abitudine: anche qui mancano i riferimenti bibliografici. Nuovamente Google fa il delatore e così scopriamo che anche questo pro manoscripto, (anche lui del lontano 1999) è stato "pubblicato" unicamente sul sito della ricercatrice a cui dovrebbero rivolgersi magistrati, avvocati, & C (qui).

Quanto detto per quest'ultimo "studio" vale anche per:
  • LA DIAGNOSI NELL'ETA' EVOLUTIVA, pro manoscipto del 1998” (qui
  • LA SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE COME STRUMENTO PRIVILEGIATO DELLE SETTE” (qui)
Con questi due articoli si raggiunge il paradosso. Il primo, “LA DIAGNOSI NELL'ETA' EVOLUTIVA”, non compare neppure sul sito del CeSAP. Questo significa che la Tinelli cita nel suo curriculum un articolo che è stato pubblicato solo sul suo sito-curriculum. Sembra un gioco di parole, ma la sostanza è che vanta una pubblicazione che in realtà non esiste. Il secondo articolo lo ha invece appeso al muro della sua cameretta, e se degli altri era criticabile la mancanza dei riferimenti bibliografici (mancanza dovuta al fatto che non sono mai stati pubblicati), in questo viene perfino cambiato il titolo: da “LA SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE COME STRUMENTO PRIVILEGIATO DELLE SETTE” a un più sbrigativo “La sindrome di alienazione genitoriale”.

Lo “studio” sul sito-curriculum.
Lo “studio” sul sito del CeSAP dove ha cambiato nome.

LE NUOVE RELIGIOSITA' ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO” (qui). Qui il riferimento c’è: “Relazione presentata all'omonimo corso di informazione del Ce.S.A.P. nel Novembre 1999”. Della serie tutto fa brodo. Inserire in un curriculum la relazione tenuta in una comune conferenza (ossia non organizzata da un’istituzione di grande prestigio) è paradossale. Ma la Tinelli non butta via niente e alla voce “Articoli”, spacciandolo addirittura per uno studio (“articoli tratti da studi”), inserisce una relazione che non era nemmeno per una conferenza, ma per un “corso di informazione”. Per di più tenuto dal CeSAP, la sua associazione che ha sede nel suo soggiorno di casa, a cui avranno partecipato la vicina di casa e due cuginetti. Siamo al Gioco Simbolico (2) con cui i bambini fingono una diversa realtà: “Facciamo che io ero la principessa e tu ...”.

ADESIONE AL GRUPPO DEI TESTIMONI DI GEOVA: COME E PERCHÈ” (qui). Ancora il “testo di una conferenza”, ancora del lontano 1999, ma in questo caso neppure della conferenza vengono indicati gli estremi. C’è un particolare interessante che salta all’occhio leggendo il testo di questo pseudo-studio che inizia così:
Negli ultimi anni si sta assistendo, nei paesi occidentali, al proliferare di nuove forme di culto. Anche nella cattolica Italia, esse sono in vorticoso aumento.
e lo confrontiamo con il testo di “LE NUOVE RELIGIOSITA' ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO”, visto poco sopra, che inizia così:
Negli ultimi anni stiamo assistendo, nei paesi occidentali, al proliferare di nuove forme di culto. Anche nella cattolica Italia esse sono in vorticoso aumento.” (qui)


AFFILIAZIONE SUBITA: le comunità settarie e i diritti dell'infanzia” (qui). È la terza relazione per un convegno inserita alla voce “Articoli”, e il lettore dirà che non se ne può più, ma la Tinelli ha sempre in serbo una sorpresa. Nel film Amici miei, il regista Monicelli si chiedeva cosa fosse il genio. In questo lavoro della dr.ssa Tinelli forse troviamo la risposta. Per dare autorevolezza ad un trattato, si usa citare opere di altri autori a conferma di ciò che si è esposto o si è dato per acquisito. In questa relazione la Tinelli mette in calce come riferimento “EFFETTI DELL'ADESIONE AI TESTIMONI DI GEOVA SUI MINORI, di Lorita Tinelli, Pro Manoscripto, 1999”, che è “l’articolo” che abbiamo visto poco sopra e che non ha mai pubblicato nessuno. Che tenerezza, con due puntine da disegno affigge un “articolo” all'armadio della sua cameretta, poi lo cita in una relazione per un convegno che tiene sul suo lettino. Anche qui comunque siamo sempre al 1999, il suo anno mirabilis.

La bibliografia in calce allo pseudostudio “Affiliazione subita ...”

SUICIDI DI MASSA: alla ricerca della verità assoluta” (qui). Questa è una chicca. Finalmente una ricerca che davvero ha visto la consacrazione della pubblicazione su carta: il numero di esordio della rivista Labyris, nel 2000. Ciò che dà un toccante effetto Tartarino di Tarascona, è che Labyris è la rivista dell’associazione che ha sede nel soggiorno di casa sua e viene edita nello sgabuzzino di casa sua (nei momenti liberi tra i convegni che tiene sul lettino nella sua cameretta). Una curiosità: Labyris vantava addirittura corrispondenti (imprecisati e anonimi) che assicuravano il “collegamento con i Paesi Comunitari ed Extracomunitari” (qui), come se il CeSAP fosse dotato di una struttura soprannazionale che opera a livello continentale.

da Labyris, n° 3/4, 2000, pag. 43.

Come si addice ai giochi d’infanzia, la rivista ebbe vita effimera, appena 5 uscite (ma la sparata del “collegamento con i Paesi Comunitari ed Extracomunitari”, che alla “Presidente Nazionale” deve essere sembrata una bella idea, è trasmigrata sul sito).

Tornando ai “Suicidi di massa”, anche questo contributo alla scienza la Tartarina di Noci lo elenca due volte: sia tra le Pubblicazioni che tra gli Articoli (alla sezione "Sette e Nuovi Culti"). E per maggior sicurezza, lo pubblica pure sul sito del CeSAP.

Particolare della pagina "Pubblicazioni".

Particolare della pagina "Articoli".

Particolare della pagina del sito del CeSAP.

Essendo tanto amato dalla sua autrice, a questa "ricerca" vale la pena dare uno sguardo. Prende spunto dalla “notizia dell'ennesimo tragico suicidio di massa” verificatosi “a Kampala, Uganda, il 18 marzo scorso.” Nella realtà l’eccidio ebbe luogo il 17 marzo e non il 18, a Kanungu e non a Kampala, che da Kanungu dista 400 km. A questi due errori fa seguito un elenco dei casi precedenti, seguito dall’elenco dei termini che si sono succeduti a quello di “lavaggio del cervello”, e si conclude con la spiegazione dei suicidi di massa secondo le teorie dello psichiatra Viktor Frankl. In pratica, non è un articolo, ma un commento alla cronaca in stile “Forse non tutti sanno che” della Settimana Enigmistica. Non stupisce che sia stato pubblicato esclusivamente dalla sua "rivista" di cui era "direttore responsabile".

IL DISAGIO NELLA PRE-ADOLESCENZA: RISULTATI DI UNA SPERIMENTAZIONE” (qui). Questo contributo allo “sviluppo della scienza” l’abbiamo già incontrato nel 1° capitolo. La Tinelli lo spaccia per una delle “ricerche” frutto della collaborazione “con Istituzioni pubbliche e private”, ma si tratta della tesi del corso di grafologia, che nel 2.000 l’Istituto G. Moretti ha pubblicato nella sua rivista Scrittura. Ma non si tratta però di un merito particolare: l’istituto pubblica tutte le tesi conclusive del suo corso di grafologia. Anche questo scritto viene riportato due volte, sia nella pagina “Pubblicazioni” che nella sezione “Grafologia e Scienze Umane” della pagina “Articoli” (che sommando la citazione nella pagina “Curriculum” fanno 3 volte).

DALLO SCARABOCCHIO AL DISEGNO: ANALISI DELL'ATTIVITA' GRAFICA DEL BAMBINO NELLA SUA EVOLUZIONE” (qui). Di questo articolo è dato sapere solo l’anno, il 2000. Altro non c’è, neppure il testo. Quanto a Google si ostina perfidamente a dire che non esiste, l’infingardo. Ancora una volta la ricercatrice Tinelli vanta uno studio che nessuno ha mai pubblicato, e che nemmeno lei stessa ha affisso alla parete della sua cameretta (immaginiamo per non smascherarne il demerito).

Pagina del sito-curriculum dove la Tinelli elenca un
articolo” che non ha pubblicato neppure lei stessa.

Passiamo ora alla pagina Pubblicazioni, dove troviamo nove titoli, e iniziamo da:
  • Giovani: specchio del mondo adulto”, 
  • Libertà o libero plagio?”, 
  •  “Esperienze inusuali definite parapsicologie”.
Particolare della pagina “Pubblicazioni”.

Tutti e tre questi testi sono (sarebbero) stati pubblicati sul finire del 2000, e tutti e tre sulla rivista “Noci-Gazzettino, Mensile di vita cittadina”. La prima cosa da dire è che “Noci-Gazzettino” non esiste. Il vero nome della rivista è NOCI gazzettino, senza il trattino, e il sottotitolo non è “Mensile di vita cittadina” ma Periodico di vita cittadina (vedi qui). A parte l’ovvietà che NOCI gazzettino non è una rivista scientifica, è comunque un periodico di scarso rilievo; non dispone neppure di un sito Web. Considerando che Noci è un piccolo comune (19.500 abitanti), la pubblicazione di un articolo su NOCI gazzettino è una gloria da commemorare scherzosamente al bar con gli amici. Vederlo inserito tra le “Pubblicazioni” che dovrebbero accreditare uno studioso come appartenente al mondo della ricerca scientifica, lascia interdetti. Una vanteria che ricalca quelle di Tartarino e dei suoi amici tarasconesi. Inoltre, è difficile credere che “Esperienze inusuali definite parapsicologie” sia una pubblicazione dalla Tinelli: essendo il nome di un convegno, pare più probabile che sia il titolo di un trafiletto con cui “Noci-Gazzettino” ne dava notizia. Resta da dire che il convegno (organizzato dal CeSAP) non ha lasciato alcuna traccia in rete. Sorte condivisa dalle tre “pubblicazioni”.

(Aggiornamento del 2016: secondo quanto riportato nel post Esperienze inusuali definite panzane, va anche rilevato che con "Esperienze inusuali definite parapsicologie" - ora depennata dal suo curriculum - la Tinelli si è inventata un articolo che non è mai esistito.)

Ora che abbiamo visto questi tre (fantomatici) articoli pubblicati sullo pseudo Noci-Gazzettino, si conclude anche la disamina della voce di curriculum “scrive su quotidiani e periodici”, che abbiamo incontrato nel precedente capitolo, e che era stata lasciata in sospeso. I periodici sono: Labirys, la fanzine edita da lei stessa e subito defunta; uno sconosciuto mensile di un minuscolo comune; la (dozzinale) rivista Leadership Medica, che nel 2.000 le ha pubblicato un solo articolo. Dei "quotidiani" non c’è traccia. Difficile non ricorrere al termine millanteria.

Chi ha avuto la pazienza di resistere fin qui, ora vedrà la sua costanza premiata con una sorpresa: due fraintendimenti o, più precisamente, due distorsioni. Insomma, ci siamo capiti, un paio di frottole. Si tratta di: 
  • La verità che tu cerchi forse da me la puoi trovare, Opuscolo redatto per la Mostra Itinerante sull'esoterismo promossa dal CeSAP (anno 2003).  
  • Presi al collo da una catena, Opuscolo redatto per la Mostra Itinerante sull' esoterismo promossa dal CeSAP (anno 2003);
Particolare della pagina "Pubblicazioni".
Sorvoliamo sull’onore che può dare la firma su un “Opuscolo” (anche se scritto con la maiuscola). La sorpresa annunciata è che la mostra è stata “promossa dal CeSAP” quanto mia nonna ha promosso il Festival di San Remo. La mostra è stata ideata, organizzata, finanziata e curata dall’ARIS Veneto che ne ha la completa titolarità.

Sorvoliamo sull’onore che può dare la firma su un “Opuscolo” (anche se scritto con la maiuscola). La sorpresa annunciata è che la mostra è stata “promossa dal CeSAP”, ossia dalla Tinelli, quanto la Fiera del Levante è stata promossa da sua nonna. La mostra è stata ideata, organizzata e finanziata dall’ARIS Veneto che ne ha la completa titolarità.

Sui documenti ufficiali della mostra, il nome della Tartarina di Noci figura tra i sette collaboratori (nel suo caso per aver “svolto attività di relatrice e di supporto ai volontari presenti in loco”) e viene dopo quello dei due co-organizzatori: la curatrice della mostra Silvana Radoani e il Comune di Venezia (che ovviamente vengono dopo l’organizzatore, l’ARIS Veneto).

Per aver svolto opera di “supporto” in quanto “volontaria ARIS Veneto” - in pratica per aver fatto da garzone che porta il caffè “ai volontari presenti in loco” - la Presidente Nazionale si attribuisce il merito e la titolarità dell’iniziativa. Non è un bel segno, ma personalmente resto incantato dalla sfrontatezza di una simile spacconata, il raccattapalle che si spaccia per il capocannoniere della squadra.

Relazione conclusiva della mostra.
Segnalibro, un dei gadget della mostra.
Riporta il logo dell’ARIS Veneto.

Aggiornamento del 2016
Secondo quanto riferito da chi ha partecipato alla realizzazione dell’evento, la Tinelli nella realtà non ha mai “svolto attività di relatrice”, attività che venne inserita nella relazione conclusiva della mostra per l’insistenza della Tinelli. Queste testimonianze vengono indirettamente confermate dal nuovo curriculum (del 2006) della dr.ssa Tinelli, nel quale sono elencate le attività più insignificanti (persino l’aver partecipato alla “elaborazione della pagina internethttp://www.aquiloneblu.org/bambini_internet/frame.html”), ma sulle ipotetiche relazioni da lei tenute non fa alcun cenno.
Un’altra novità importante: dopo che nel 2009 la prima edizione di questo Curioso Caso Lorita Tinelli l’ha sbugiardata, nel suo nuovo curriculum la Tinelli non afferma più che la Mostra sull’esoterismo è stata “promossa dal CeSAP (anno 2003)”, ma che nel “2003 ha collaborato alla realizzazione della Mostra sulla Magia”, mostra che - riporta sempre il nuovo curriculum - è stata “organizzata fattivamente dall’ARIS-Veneto”. È quindi la stessa Tinelli a confermare di avere mentito. Dopo questa brutta figura (che alla Tinelli deve aver causato un’ira funesta), la “Presidente Nazionale” deve aver pensato di potersi rifare rimpiazzando nel suo curriculum la realizzazione della mostra del 2003, con la realizzazione di quella del 2005 (tenutasi a Modena):

Nel febbraio 2005, difatti in collaborazione con la Curia di Modena, ha realizzato un’altra tappa della mostra.” (qui)
Anche questa è una menzogna. E non perché lo dice il sottoscritto: è proprio la Tinelli a confermare pubblicamente (peraltro con sgradevole veemenza) che si tratta di una falsità. Basta aprire la pagina del sito del CeSAP intitolata “Comunicato sulla Mostra e sulle dichiarazioni della signora Silvana Radoani” (che poi sarebbe la dr.ssa Silvana Radoani), dove li legge:
nel febbraio del 2005 la signora Radoani, raccolto tutto il materiale della mostra anche dall'ARIS-Veneto, ha organizzato la mostra a Modena, senza consultarsi minimamente con il restante direttivo del CeSAP.” (qui)
Se una persona si vanta di avere “realizzatoqualcosa, poi pubblica un comunicato per gridare indignata che lei con quella cosa non c'entra niente, anzi non ne sapeva addirittura niente (“senza consultarsi minimamente con il restante direttivo”, che poi sarebbe la Tinelli), viene da pensare che quella persona non sta bene. Non è normale non rendersi conto che è una contraddizione che la discredita. Non è normale non rendersi conto della figura che si sta facendo. Ci sarebbe anche dell'altro: chi sa come si sono svolti i fatti inerenti le due mostre, le accuse contenute in quel comunicato suscitano sconcerto, ma su questa storia non mi dilungo oltre, perché è un argomento marginale all’oggetto di questo post (3). Ciò che invece non è marginale è la preoccupante personalità che emerge da questi scomposti e insensati comportamenti. Per puro tuziorismo aggiungo solo che:
  1. qui è pubblicata una lettera del vescovo (di quella “Curia di Modena” con cui la Tinelli avrebbe "realizzato un’altra tappa della mostra”), da cui si evince la totale estraneità della Tinelli (4) con la mostra del 2005;
  2. questa indecente gazzarra per la mostra sull’esoterismo è costata alla Tinelli una condanna che l’ha obbligata a pagare un risarcimento alla Radoani di oltre ottomila Euro (in una causa giudiziaria promossa dalla stessa Tinelli).
Fine aggiornamento.

Svelata la sorpresa, vale la pena dare uno sguardo a questi due opuscoli fatti per la mostra e annoverati come “Pubblicazioni”, perché sono ricchi di aspetti farseschi.

La copertina di uno dei due opuscoli; si noti il logo dell’ARIS Veneto.
Iniziamo da "Presi al collo da una catena", il cui vero titolo è “Presi per il collo da una catena”, che tratta delle cosiddette catene di Sant’Antonio. Viene presentato come una “analisi”, ma nella realtà è appena un esercizio di banale bricolage che non richiede alcuna competenza. Tra le 49 pagine che lo compongono c’è un solo articolo, la prefazione, di 3 pagine, che però sono firmate da Maurizio Antonello dell’ARIS Veneto. Le pagine restanti riportano:
  • il testo di undici “Catene”; 
  • un’intervista a Paolo Attivissimo copia-incollata da Internet; 
  • 9 articoli di quotidiani; 
  • i “Suggerimenti utili”, ancora di Paolo Attivissimo.
Con questo metro, potremmo inserire nel curriculum le raccolte di Figurine Panini fatte da bambini.

Il secondo opuscolo (“La verità che tu cerchi forse da me la puoi trovare”) riguarda i ciarlatani: maghi, cartomanti e sensitivi vari. Sostanzialmente valgono le stesse considerazioni fatte per l’opuscolo precedente, con la differenza che qui il risultato finale è peggiore. La formula è la stessa di prima, ossia una raccolta di materiale reperibile in Internet. Vi si trova un articolo copiato dal sito di Telefono Antiplagio, che costituisce da solo i due terzi dell’opuscolo, mentre nelle pagine restanti sono riportati alcuni annunci pubblicitari di sedicenti maghi.

Dicevo che qui il risultato finale è peggiore, perché per legare espositivamente i testi delle pubblicità, l’autrice inserisce dei suoi commenti, ma mentre nell’opuscolo precedente erano didascalici, qui sono infantilmente di scherno, inoltre la Tinelli si dilunga un po’ mettendo in mostra un italiano sorprendentemente esitante, che non di rado arriva a coprirsi di ridicolo:
  • non sa distinguere tra sponsor e slogan: “Il suo sponsor è ‘Dammi la tua mano, ti dirò chi sei
Qui l'intero paragrafo.
  • inserisce considerazioni ironiche di una banalità imbarazzante: “Beh solo 36 ore non sono mica male per risolvere completamente la propria crisi sentimentale!!!
Qui la pagina 14.
  • fa un uso sfiancante di punti esclamativi a fini enfatici; ne inserisce 8 in un brano di appena 13 parole: “Beh! È di sicuro un’offerta da non perdere!!!! Metà del suo compenso!!!
Qui l'intera pagina.
  • infarcisce ogni pagina di chiose avvilenti, immancabilmente enfatizzate da ingiustificati punti esclamativi: 
    • (beh questa informazione, data come molto importante, non sembra aggiungere molto alla sua credibilità ... ma immaginiamo che suo padre sia stato davvero famoso in qualche tempo e in qualche luogo!) (pag. 12); 
    • (non si sa quale! nda) (pag. 12); 
    • L’importante è esserne convinti! (pag. 12); 
    • (il maiuscolo è suo! nda) (pag. 12); 
    • (chi??? Nda) (pag. 8); 
    • (e fra tante problematiche questa ci pare essenziale! Nda) (pag. 8).


  • Non distingue la quantificazione di un'età (novant'anni, con l'apostrofo) dalla sua aggettivazione (novantenni) e lascia incompiuta la proposizione successiva (“e la seguente inserzione”) senza un verbo che la determini: “Anche Nonna Marcolina, appare in foto una simpatica vecchina sui novantenni e la seguente inserzione: 'nel cuore di una nonna c'è tanto amore”. (pag. 19)
Si noti anche la virgola dopo il soggetto.
Gli errori e le infantili battutine ironiche dell’autrice squalificano l'opuscolo abbassandolo al livello delle banalità che ascoltiamo dal salumiere. Il testo si chiude con il capitolo “Conclusione”, costituito dall’ennesimo copia e incolla (le istruzioni per fare una segnalazione al Garante). Queste istruzioni vengono introdotte da una frase maldestramente contorta, che contiene - ancora una volta - una raccapricciante virgola tra soggetto ("esperti del mondo magico") e verbo ("fanno"), che vale la pena vedere coi propri occhi:


Veniamo ora al pezzo forte del medagliere ligneo, il libro:
  • Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1998, pag.324 (qui)

Finalmente non dobbiamo parlare di millanteria o di paccottiglia spacciata per gioielli. Questo è proprio un libro e in questo caso vengono riportati anche i riferimenti bibliografici (e a questo punto sappiamo il perché). Inoltre va ribadito che l’ha scritto proprio la dr.ssa Tinelli. La qualità espositiva, grammaticale e del contenuto non lasciano dubbi.

Innanzitutto chiariamo che si tratta della tesi di laurea a cui è stato cambiato il titolo. Il che attesta l’abilità (lo dico con ammirazione) della ricercatrice barese che riesce a moltiplicare un singolo lavoro in tre onorificenze: la laurea universitaria per la quale il testo è stato scritto, un fantomatico “studio” pubblicato dal “Dipartimento di Psicologia [...] Università La Sapienza di Roma, 1996” di cui l’Università non sa niente, e infine un libro. I complimenti sono d’obbligo.

Cominciamo precisando che le pagine sono 312 e non 324. Peccato veniale, ma il vizietto di allungare il pesce è una tentazione a cui non sa resistere. Esaminiamo queste 312 pagine. Tra presentazione, prefazione, ringraziamenti, introduzione, modalità delle interviste e di contatto degli intervistati, classificazioni, metodi di analisi e amenità varie se ne vanno 32 pagine. Segue le trascrizioni delle testimonianze di alcuni adepti o ex TdG, identificati come “Gino”, “Paolo” e così via, fino a pagina 108. Conclusa l’interminabile premessa, sembra che abbia finalmente inizio lo disamina delle tecniche di persuasione, che poi sarebbe l’argomento del libro. A dare questa impressione è il titolo dei capitoli: “Come si diventa TdG”, “I TdG e la famiglia”, “Vita di gruppo”, “I TdG e la società”, ma ormai la delusione si è fatta rassegnazione: dopo quelle volate via con Gino e i suoi fratelli, se ne vanno ancora altre 120 pagine contenenti brani tratti dalle riviste Svegliatevi! e La Torre di Guardia. Sono 120 pagine piene di elenchi e di pervasivi riferimenti bibliografici (che mancano nel suo curriculum). Qui il contributo della ricercatrice Presidente Nazionale si limita a brevi interventi di raccordo tra una citazione e l’altra, e lo “studio” mostra di essere nulla più di un tentativo di “Bignami” sui TdG.

Siamo arrivati così a pagina 229. Inizia finalmente lo studio vero e proprio, con i capitoli dedicati all’osservazione del fenomeno studiato, che si conclude a pagina 248. Fanno 20 (venti) pagine, a cui fa seguito il capitolo “Conclusioni” (pagine 249 e 250). Con questo, la tesi di laurea divenuta il fantomatico “studio del Dipartimento di Psicologia” e poi il libro “Tecniche di persuasione ecc.” è terminato. A meno che non si voglia elevare a ricerca scientifica il glossario, la bibliografia e una cinquantina di pagine che riportano moduli e circolari ad uso interno del gruppo, calendari di eventi e programmi delle adunanze, che con sprezzo del ridicolo vengono definiti “documenti riservati”.

Mi auguro che il lettore abbia apprezzato la cortesia di avergli risparmiato la disamina delle 20 pagine che costituiscono il contributo della dr.ssa Tinelli al libro. È che ritengo che l’antifona sia ormai chiara, ma su richiesta posso dedicargli un paragrafo; rideremo un altro po'.

Ultima considerazione in merito al libro. È risaputo che quando gli editori si mostrano insensibili al valore dell’arte o al progresso scientifico, pagando è possibile sopperire alla loro ottusa miopia (e al contempo mettere in bella mostra nel salotto di casa un libro col proprio nome in copertina [oltre che stipare lo sgabuzzino con le copie stampate]). A tal proposito, c’è però una pagina nel sito www.loritatinelli.it dove si legge una nota molto interessante: “Se si desidera acquistare una o più copie scrivere all'autrice [...]”. Sono trascorsi undici anni, ma ci sono ancora copie del libro che tengono compagnia ai barattoli di piselli (5).

Una curiosità: poco sopra le istruzioni per l’acquisto, si può leggere una strana recensione. È firmata dal dr. Enrico Girone (uno dei cofondatori del CeSAP insieme alla Tinelli stessa, al marito e al suocero), che definisce il libro "desueto". Immaginiamo che l'intento del dr. Girone fosse elogiativo, ma dizionario alla mano il risultato è indubbiamente comico.


Siamo arrivati al bilancio finale. A parte un trascurabile articolo pubblicato su Leadership Medica nel 2000, e un ancor più trascurabile libro uscito nel 1998 e custodito in cantina, tutto il resto è una processione di illusioni:
  • la tesi di laurea e la “tesina” di un imprecisato corso falsamente spacciati per pubblicazioni; 
  • due brevi articoli pubblicati sull’anonimo NOCI gazzettino (di cui storpia il nome); 
  • ricerche pubblicate unicamente sul suo sito e studi che neppure lei ha pubblicato; 
  • relazioni per sconosciuti convegni elevati al rango di articoli scientifici.
Quasi tutto anteriore al 2000, ossia prima della stesura del proclama visto all’inizio relativo al “porsi come osservatorio permanente per lo studio e la divulgazione” ecc. Il grado di attendibilità della ricercatrice auto nominatasi “giornalista” e Presidente Nazionale risalta impietoso. Il non aver prodotto in tutti questi dieci anni neanche uno studio o ricerca, per un Centro Studi che “si propone di offrire informazioni continuamente aggiornate”, fa considerare la qualifica di Centro Studi l’ennesima infondata vanteria al pari dell’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti o la mostra “realizzata” in “collaborazione con la Curia di Modena".

Nel capitolo “Conclusioni” del suo libro si legge:
Spesso è la nostra parte emotiva, quindi più primitiva, che ci aiuta nel prendere decisioni che a volte si rivelano sbagliate.
La frase non ha senso. È nell’ordine delle cose che una decisione anche a lungo ponderata possa risultare errata; se “a volte si rivelano sbagliate” anche quelle prese dalla “nostra parte emotiva”, allora non cambia niente: sia l’emotività che la fredda razionalità “a volte sbagliano”. Strafalcioni di logica a parte, è probabilmente un invito a non prendere decisioni dettate dall’emotività. È un consiglio che la dr.ssa Lorita Tinelli non dovrebbe solo predicare agli altri, mentre scrive sciocchezze come “Posizioning” (6) (anziché Positioning) o inserisce proditorie virgole tra soggetto e verbo.

Aggiornamento del 2016
In merito alle pubblicazioni vantate dalla Tinelli, nel 2011 un altro blog ha trovato una ulteriore “anomalia” che viene descritta nel post La casa editrice del Bianconiglio.


Note:

  1. Chi fosse interessato a conoscere il valore dell’articolo può trovarlo qui; avendone letto circa un terzo, in coscienza so di avere fatto la mia parte. 

  2. In Psicologia dello Sviluppo, Gioco Simbolico è il gioco di finzione in cui il bambino negozia un’organizzazione concordata di attori, co-attori e pubblico. Così un oggetto viene usato al posto di un altro e la persona si comporta come se fosse un’altra (“Facciamo finta che io ero….”). 

  3. Qui una sommaria descrizione della vicenda. 

  4. Sento il dovere di esprimerLe viva gratitudine e sincero apprezzamento per quanto Lei ha realizzato.” (ibidem). 

  5. Nota del 2016: sul blog della Tinelli è attualmente ancora disponibile una pagina - inserita nel 2011 - contenente lo stesso invito ad acquistare "una o più copie". E non poteva mancare un apposito annuncio tra le Notizie di Rilievo sul sito del CeSAP. 

  6. Pagina 7 del libro “Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova”.